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giovedì, giugno 30, 2005

Vojo torna' bambinoooo.....

Spettacolo: vi posto alcuni pensieri di bambini di scuole elementari che hanno provato per la prima volta il rugby
"Amo il rugby perchè mi piace e mi fa pensare alla pace. Quando gioco con i miei amici, mi diverto e rido anche se mi faccio male". Così Alice racconta il suo primo approccio con la palla ovale. E' una fra i molti bambini che hanno partecipato a Trieste al lavoro di promozione nelle scuole svolto dalla società locale, impegnata nella rinascita della nostra disciplina nel capoluogo giuliano.Gli elaborati realizzati dai bambini esprimono gioia, candore ed una passione per il rugby che già comincia a farsi strada. Ne proponiamo alcuni."Quando gioco a rugby provo molte sensazioni: il dolore quando mi faccio male, la felicità quando scopro una nuova amicizia, la paura se uno più grosso di me mi viene contro, la rabbia quando vince l'altra squadra. Non mi sarei mai aspettata di giocare a rugby. Non mi sarei neanche aspettata di segnare una meta, non pensavo che una frana come me ci potesse riuscire. Placcare vuol dire abbracciarsi per ricominciare a giocare". Veronica, classe V. "Il rugby è un bel gioco. Il rugby è un gioco dove si possono fare falli". Emanuele."Un venerdì siamo entrati in palestra e c'erano i maestri di rugby. E' stato un venerdì bellissimo. Regole del rugby: per fare punto bisogna toccare la meta, per non far fare meta contro di te devi stringere l'avversario alla pancia, quando un bambino ha i lacci delle scarpe sciolti si ferma il gioco"."Il rugby è bello e molto divertente perchè ha poche regole e non ha schemi. Quando un giocatore corre con la palla e gli avversari lo fanno cadere, è meglio che lasci la palla sennò nasce un macello". Gioele."Il rugby è uno sport bellissimo, ma non piace quando qualcuno si fa male, prende un pugno o una botta. Le regole del rugby: durante la partita bisogna far silenzio, quando qualcuno si fa male il capitano avversario va a vedere come sta". Anna, Meliane e Ambra, classe V."Oggi c'è una novità molto eccitante: abbiamo imparato a giocare a rugby. Gli allenatori sarebbero riusciti ad insegnare la grinta a un bradipo. A due giorni di distanza mi rimane soprattutto l'esperienza del rispetto per l'avversario". Roberta."Tutti pazzi per il rugby.Oggi, 4 dicembre 2004, abbiamo conosciuto il rugby. In cinquanta minuti divertenti, tra partite falli e sgambetti, abbiamo imparato a giocare. Non vorrei offendere il mio allenatore, ma il rugby è assai più bello e divertente del calcio. La mia squadra era una mandria di buoi: Alan un falco pellegrino, Alessio un leone, inferocito". Marco, classe V."Una giornata particolare.Vi racconterò della partita di rugby. Gli allenatori ci hanno insegnato il gioco in cinquanta minuti: è uno sport semplice, brutale e pericoloso se lo vedete dall'esterno, ma semplice e divertente dall'interno. Durante la partita è successo che cinque o sei avversari mi hanno bloccato, io ho continuato a spingere tirandomeli dietro, fino a pochi centrimetri dalla meta. Anche Mattia, il gigante, il più forte di tutti, cercava di fermarmi. Pochi centrimetri. Pochi. Poi sono inciampato e sono caduto, in meta. Ma la palla era già rotolata via, senza che io l'avessi schiacciata a terra. Zero. Zero punti, cioè niente... Volete strapazzarvi dal ridere? Vi dirò qual è la cosa più importante: bisogna avere rispetto della palla, trattarla con riguardo e non buttarla via". Samuele, classe V.